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'Il Re ed io' è una meditazione  creato con Adobe Slate, da un caro 'Maestro', Paolo Masini dell' ISI Piaggia di Viareggio nella Provincia di Lucca, innanzittuto per i suoi ragazzi, e ora anche per noi.  

'' IL VOLTO DI CRISTO IMMAGINE DELLA MISERICORDIA DI DIO''

 

 

“Con l’incarnazione, Gesù di Nazareth, con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio” (MV, 1). Il Padre, ricco di misericordia mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore.

 

Chi vede Lui vede il Padre (cfr. Gv 14,9). Siamo chiamati a risvegliare la nostra coscienza assopita sulle povertà del mondo e praticare le opere di misericordia corporale e spirituale.

 Il Presepe, atipico nella sua elaborazione, vuole riproporre il Vangelo nella sua interezza: non solo la nascita di Gesù, ma anche la sua morte, il suo darsi in modo totale all’uomo, per restituire all’uomo la sua piena dignità, il suo volto. 

 

Abbiamo concepito il presepe come Via Crucis, come cammino segnato da Cristo che porta al Calvario, massima espressione dell’Amore, compimento, realizzazione piena della misericordia: quale gesto più grande se non quello di dare la propria vita per gli altri? (cfr. Gv 15,13).Le 14 “stazioni” del nostro presepe sono i “segni” concreti della testimonianza cristiana indicateci dalle opere di misericordia corporali e spirituali. Stazione dopo stazione leggiamo e meditiamo sull’umanità del Figlio di Dio che ci fa raggiungere la nostra umanità. Le stazioni sono un invito ad avanzare, ad andare oltre a ritrovare il volto di Gesù in quello di tanti nostri fratelli umiliati, resi schiavi, svuotati.

 

Dio ha assunto il loro volto. E quel volto ci guarda. Dal principio alla fine, Alfa e Omega, Dio manifesta la sua tenerezza nei confronti della miseria umana. E l'uomo, a sua volta, deve mostrarsi misericordioso verso il suo prossimo, a imitazione del suo creatore. Gesù è l’Ecce Homo proclamato da Pilato. È lui che fa diventare l’uomo ciò che esso è.

 

La scelta delle statue africane mostra l’universalità del messaggio cristiano, vuole far uscire dai preconcetti e deve essere uno stimolo a ragionare sul significato profondo della solidarietà e della comunanza dei popoli. “La Misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno” (MV 24.)

 

Non c’è né un White Christmas né un Black Christmas, ma solo un Natale per tutti, di qualunque colore, etnia o paese si sia, perché Gesù si è incarnato per TUTTI affinché TUTTI gli uomini si salvino.

 

La maternità, non tradizionale, è voluta per la sua essenzialità: ci è piaciuta questa madre che guarda con tenerezza suo figlio e, mentre gioca con lui, sembra consegnarlo al mondo come dono. 

 

Giuseppe con la sua mano tiene aperta la porta e ci invita, con il suo esempio silenzioso e discreto, ad attraversarla e a diventare segno vivo dell’amore e della misericordia del Padre.

 

Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo.

 

 

Miria Ibba e Pietrina Comida studenti del Liceo Leonardo Da Vinci, Lanusei, Sardegna

 

 

 

Materiale Digitale cura di Astrid Hulsebosch

 

Stiamo imparando a capire che gli altri siamo noi...attraverso l'evento del Natale. Auguri a Tutti!

 

Scuola Primaria Alessandro Manzoni di Massarosa LU

con il loro docente Maria Concetta Adami

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