

L’inno Aeterne rerum Conditor, é un testo poetico da Sant'Ambrogio, Dottore della Chiesa e vescovo di Milano (340 -397).
si esegue prima dell’aurora, durante la recita del Mattutino appunto al canto del gallo.
Il gallo è il protagonista di alcune strofe, esso è messaggero del giorno nuovo preannunciando il sorgere del sole ed il rinascere della vita.
Poiché il gallo pone termine alla notte, scandendo l’alternanza tra la notte ed il giorno tra le tenebre e la luce. Il gallo é stato 'eletto' a simbolo della speranza cristiana e della Resurrezione.
Qui sotto troverete il testo in latino, e la relativa traduzione in italiano, da seguire mentre si ascolta la melodia dei monaci.
AETERNE RERUM CONDITOR




Aeterne rerum Conditor,
Creatore eterno di tutte le cose,
noctem diemque qui regis,
che reggi la notte e il giorno et
temporum das tempora,
fissi una misura ai tempi
ut alleves fastidium.
per alleviare il fastidio.
Nocturna lux viantibus
Luce notturna ai viandanti,
a nocte noctem segregans,
che separa la notte dalla notte,
praeco diei iam sonat,
il messaggero del giorno già canta jubarque solis evocat.
ed evoca il raggio del sole.
Hoc excitatus Lucifer
Destato da quel canto Lucifero
solvit polum caligine:
scioglie il cielo dalla sua caligine.
hoc omnis erronum cohors
La schiera degli erranti
viam nocendi deserit.
abbandona la via del crimine.
Hoc nauta vires colligit,
Il navigante riprende forza,
pontique mitescunt freta:
s’acquetano le onde del mare;
hoc ipsa petra Ecclesiae,
a quel canto, la pietra stessa della Chiesa
canente, culpam diluit.
vede sciogliersi la sua colpa.
Surgamus ergo strenue:
Alziamoci dunque con coraggio:
gallus iacentes excitat,
il Gallo sveglia i giacenti,
et somnolentos increpat,
rimprovera i sonnolenti,
gallus negantes arguit.
accusa quanti rinnegano.
Gallo canente, spes redit,
Al canto del gallo, torna la speranza, aegris salus refunditur,
è ridonata la salute agli infermi,
mucro latronis conditur,
è riposta la spada del brigante,
lapsis fides revertitur.
torna la fede a chi è smarrito.
Jesu, labantes respice,
O Gesù, guarda chi cade,
et nos videndo corrige:
col tuo sguardo correggi il nostro errore, si respicis, labes cadunt,
se tu guardi, le macchie cadono,
fletuque culpa solvitur.
e col pianto si dissolve la colpa.
Tu, lux, refulge sensibus,
O luce, splendi ai nostri sensi,
mentisque somnum discute:
scuoti il torpore della mente:
te nostra vox primum sonet,
Te per primo canti la nostra voce:
et vota solvamus tibi.
e a te sciogliamo i nostri voti.


